Accolto il ricorso alla Corte europea per i diritti dell'uomo

Gran Bretagna, sospeso il volo per deportare i migranti in Ruanda

La Corte di Strasburgo applica l'articolo 39: misura nei confronti "di chi corre un rischio reale di subire un danno irreversibile''. Governo Gb: "Non ci faremo dissuadere"

Gran Bretagna, sospeso il volo per deportare i migranti in Ruanda
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Corte europea dei diritti dell'uomo

Uno stop dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha accolto i ricorsi dell'ultimo minuto: rinviato il primo volo di migranti illegali, destinati al trasferimento dal Regno Unito in Ruanda nell'ambito del contestato accordo raggiunto dal governo Johnson con Kigali. Il piano prevede di deportare nel Paese africano una parte dei richiedenti asilo in attesa di risposta alle rispettive domande di protezione. Il primo volo ufficiale per i trasferimenti sarebbe dovuto partire stasera, con un contingente limitato a 7 immigrati rimasti nella lista iniziale dell'Home Office. 
E' stato fermato sulla base di una sospensiva accordata dalla Corte europea, sospensiva che invece i giudici britannici avevano negato.

Uno dei 7 richiedenti asilo che si sarebbero dovuti imbarcare questa sera infatti, è un cittadino iracheno, per il quale la Corte di Strasburgo ha applicato l'articolo 39: si tratta di una misura eccezionale che si applica nei confronti di "chi corre un rischio reale di subire un danno irreversibile''.

Governo Gb: non ci faremo dissuadere
La ministra dell'Interno britannica, Priti Patel, ha affermato che il governo "non sarà dissuaso" dal "realizzare i nostri piani per controllare i confini della nostra nazione". Patel ha anche avvertito che molte delle persone rimosse dal volo in programma oggi "saranno collocati sul prossimo: il nostro team legale sta esaminando ogni decisione presa su questo volo e la preparazione per il prossimo volo inizia ora", così il ministro dell'Interno alla Bbc. Patel ha definito "sorprendente" che la Corte europea sia intervenuta "nonostante i ripetuti successi ottenuti in precedenza nei tribunali nazionali".  

 

Struttura per l'accoglienza dei migranti in Ruanda Ebu/DkTv
Struttura per l'accoglienza dei migranti in Ruanda

Sul piano di Boris Johnson si era scatenata una bufera, l'accordo con Kigali per spedire in Ruanda parte dei migranti illegali che continuano a sbarcare dalla Francia attraverso la Manica, prevede di scaricare di fatto nelle mani delle autorità ruandesi - compensate in denaro dal Regno Unito, nell'ambito di un accordo bilaterale - chiunque verrà inserito in quella lista, in attesa di risposta di Londra alle domande d'asilo.   
La giustizia britannica aveva respinto le richieste di sospensiva cautelare delle partenze, avanzate da diversi individui ed organizzazioni umanitarie. Oggi l'accoglimento della Corte di Strasburgo.


Contrari all'iniziativa i vertici della Chiesa d'Inghilterra, secondo gli arcivescovi di Canterbury e di York, Justin Welby e Stephen Cottrell: "il cosiddetto piano Ruanda è una scorciatoia immorale che getta vergogna sulla Gran Bretagna", forte contrarietà espressa anche da ong nazionali ed internazionali tra cui l'Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati. Secondo il governo tories invece, il piano va inteso come uno schema che "Mira a scoraggiare il traffico di carne umana - così la ministra degli Esteri, Liz Truss - con un piano non soltanto economicamente conveniente, ma completamente morale".

Il ricorso
Ad avviare l'azione legale di ricorso contro l'iniziativa del governo britannico sono stati quattro richiedenti asilo (tra quelli che il Regno Unito intende respingere verso il paese africano) sostenuti dalle associazioni per i diritti dei migranti e il sindacato degli agenti di frontiera, che riguardo l'accordo siglato ad aprile tra Londra e Kigali, hanno denunciato abusi e illegalità. 
Secondo i ricorrenti, fra i richiedenti asilo preavvertiti del trasloco imminente in Africa, vi sono 35 sudanesi, 18 siriani, 14 iraniani, 11 egiziani e persino 9 afghani "in fuga dal regime talebano".